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Tante le ipotesi sull’origine della razza. I primi esemplari in Italia nel 1950
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Tante le ipotesi sull’origine della razza. I primi esemplari in Italia nel 1950
Con 2000 iscrizioni al ROI (dato 2009) il Chihuahua è la prima razza da compagnia del nostro Paese. Il Chihuahua è certamente un cane famoso: chi non ne ha mai sentito parlare? Chi non ne ha mai visto uno? Ma quali sono le sue origini? A questa domanda solo in pochi sono in grado di rispondere. Nell’articolo vi proponiamo le principali e più affascinanti ipotesi a questo riguardo. Il Chihuahua è l’unica razza canina autoctona del continente Americano. Le origini del più piccolo cane del mondo sono misteriose e affascinanti. Poche razze hanno dietro di sé tanti misteri e leggende. Diverse le ipotesi sulla sua genesi. Molti studiosi, compresa Eileen Goodchild (Talaloc chihuahuas), sostengono che le sue origini siano da ricercarsi nell’Africa del nord: il Chihuahua sarebbe stato portato sull’isola di Malta dai Cartaginesi intorno al 700 A.C. e, in un secondo tempo, introdotto dagli spagnoli in America. A riprova di questa tesi l’affresco del Botticelli “Le prove di Mosè” datato 1482: 10 anni prima della scoperta delle Americhe. L’opera, che si trova nella Cappella Sistina, raffigura un piccolo cane con le caratteristiche tipiche del Chihuahua. A questo si aggiunga che a Malta è presente un cane con caratteristiche simili e con la mollera al quale è invalsa l’abitudine di tagliare la coda. Altra ipotesi è che l’origine sia da ricercarsi nei piccoli cani al seguito dei ricchi mercanti cinesi che immigrarono nel Messico del nord verso la fine del 1700. Questo spiegherebbe perché la prima apparizione certa e la diffusione siano collocabili proprio ai confini con il Texas e l’Arizona. Verrebbe giustificata, inoltre, la coda piatta a falcetto tipica del Chihuahua e caratteristica dei piccoli cani orientali. Oppure gli antenati del nostro Chihuahua potrebbero essere i cani domestici che hanno accompagnato la nascita, la crescita e la decadenza delle antiche popolazioni mesoamericane, dai Maya ai Toltechi agli Atzechi? Tra le poche testimonianze dirette abbiamo quella di Padre Sahagun, francescano missionario e scienziato, che in un suo trattato sugli usi e costumi Atzechi ci descrive una cerimonia funeraria nella quale un piccolo cane giallo veniva bruciato con il corpo del defunto perché aveva il compito di assumere i suoi peccati e di accompagnarne l’anima nell’aldilà. Anche alcune testimonianze archeologiche potrebbero confermare l’origine mesoamericana della razza. Delle raffigurazioni su pietra di un animale con caratteristiche simili a quelle del Chihuahua sono visibili sulle pietre del monastero francescano di Huejotzingo, costruito con materiale proveniente dalle piramidi tolteche di Cholula. Altre raffigurazioni simili si ritrovano nello Yucatan fra i resti delle piramidi costruite a Chichén Itza. L’animale inciso su queste pietre sarebbe il Techichi, cane di piccola taglia, muto, con ossatura pesante e pelo lungo che potrebbe essere tra i progenitori del Chihuahua. Anche sui vasi rinvenuti a Colima si trovano delle raffigurazioni di cani che somigliano al Chihuahua, molti sostengono però che si tratti del cane nudo messicano. Verso il 1850, a Casas Grande, alcuni archeologi portarono alla luce delle rappresentazioni di cani del periodo Atzeco: i soggetti raffigurati erano simili ai cani che i contadini messicani vendevano ai turisti americani. Visto che Casas Grande si trovava nello stato di Chihuahua, il cane ne prese il nome. Probabilmente i cani discendenti dal Techichi si accoppiarono con dei piccoli terrier arrivati con gli spagnoli e/o ai piccoli cani orientali al seguito dei commercianti cinesi (alcuni, come l’allevatore De Blinde, hanno sostenuto che vennero accoppiati con il cane nudo cinese e che questo ne ridusse la taglia), questo mix diede plausibilmente origine ad un cane molto simile al Chihuahua che conosciamo oggi. Nonostante queste evidenze, molti studiosi, come il professor Beltran, mettono in dubbio la presenza del Chihuahua in Messico. Altri anche quella del cane in generale, sostenendo che i rozzi conquistatori assimilavano ai cani specie che non conoscevano, come l’orsetto lavatore: questo potrebbe essere avallato dal fatto che molti di questi “cani” vengono descritti come muti. Come afferma Maxwell Riddle in “This is the Chihuahua”, “Qualunque sia la sua origine, il Chihuahua moderno è esclusivamente un cane americano. Lo standard americano è diffuso in tutto il mondo e probabilmente nelle vene di ogni Chihuahua nel mondo scorre sangue americano”. Anche Hilary Harmar, allevatrice inglese con l’affisso Atzec, nella sua “Chihuahua Guide” afferma che “il Chihuahua è stato selezionato secondo lo standard dagli allevatori americani durante il XX secolo”. Non potremo mai sapere con certezza quali siano gli antenati del Chihuahua ma è certo che la razza come la conosciamo oggi è una razza moderna, creata dagli allevatori degli Stati Uniti: anche gli esemplari messicani sono di stirpe nord-americana. La storia del Chihuahua recente, e più documentata, comincia dunque negli Stati Uniti. Siamo nella seconda metà dell’800 quando gli americani iniziano ad acquistare piccoli cani dai contadini messicani. La presenza della fontanella era una caratteristica comune a questo insieme eterogeneo di cani che, per taglia, struttura e qualità di pelo erano molto diversi tra loro. I nomi con i quali erano conosciuti erano “Arizona Dog”, “Texas Dog” o “Mexican Dog”. Venivano acquistati da turisti e uomini d’affari americani ai confini tra Messico, Texas e Arizona. Proprio un’autorità cinofila del tempo, James Watson, autore del monumentale“ The Dog Book”, nel 1888 ne acquistò uno per 3 $ a El Paso, Texas. Era una femmina e la chiamò Manzanita. La descrive di tipo terrier, con una pelliccia simile al castoro per tessitura e colore, naso color carne e una coda a riccio. Successivamente Watson acquistò altri esemplari, suo fu anche uno dei primi campioni, Juarez Belle, descritta anch’essa tipo terrier. Una menzione particolare la merita Caranza considerato il capostipite della razza. Fu acquistato dalla coppia di allevatori Wister-Stuart a Città del Messico, assieme ad altri Chihuahua. Caranza era un grazioso cane di 1,400 Kg circa, con pelo lungo di un rosso scuro, occhi rosso rubino, una coda simile a quella di uno scoiattolo e orecchie frangiate, un corpo un po’ più lungo che alto e una testa perfetta, in accordo con lo standard redatto successivamente. Questo stallone, che diede origine alle prime e originali linee di sangue Meron e Perrito, era considerato dagli allevatori un esemplare perfetto della sua razza e fu molto usato per migliorare le loro linee. Caranza accoppiato con una femmina d’importazione bianco e nera, chiamata Mexie II, generò il primo Meron: un pelo corto fulvo che fu acquistato da Ann Radcliffe direttamente dagli Stewarts e iscritto come Little Meron. Fu il primo cane degli Winster-Stuart ad essere registrato ufficialmente. Alcune curiosità: il primo Chihuahua venne esposto nel 1884 al Filadelfia Kennel Club Show: si chiamava Chi Chigas ed era registrato come “Chihuahua terrier”. Durante il 1890 meno di 10 Chihuahua furono esposti nelle classi dedicate ai cani non riconosciuti. Lo Stud Book dell’AKC (American Kennel Club) del 1890 è il primo a citare il Chihuahua registrando le vittorie di Anno, Bob, Eyah e Pepity e nel 1894 le vittorie di Chihuahueria e Nita. Il primo Chihuahua divenuto campione con l’AKC fu “Beppie” della signora McLean, nata nel 1903 e registrata nel 1905: compare nello Stud Book dell’AKC del 1908. Il primo Chihuahua registrato nello Stud Book dell’ AKC fu Midget allevata e di proprietà di H. Raynor di El Paso Texas nata nel 1903 e registrata nel 1904. È solo nel 1923 che fu fondato il CCA, Chihuahua Club of America, e fu, quindi, redatto il primo standard ufficiale. Il Chihuahua giunse in Europa solo dopo la seconda guerra mondiale. Il Regno Unito divenne la sua seconda patria. Nel 1902 Chaco fu il primo Chihuahua ad essere esposto a Richmond, nel 1907 le prime due registrazioni di Topsy e Prince. Ma fu solo dopo la guerra che si ebbe un costante e crescente aumento del numero di Chihuahua in Inghilterra, il primo registrato fu una cucciola di nome Una of Phoenix. Sempre nel ’49 nasce il British Chihuahua Club. Dal dopoguerra in poi il Chihuahua si è diffuso in tutto il mondo. Nel nostro paese i primi soggetti furono iscritti nei libri genealogici nel 1950, la razza è tutelata dal Club Cani da Compagnia dal 1963.
Lo standard pubblicato il 21 luglio 2009 dalla FCI
Dallo standard originale del 1923 fino ad oggi, le parole che descrivono l’aspetto generale del Chihuahua sono rimaste le stesse: un grazioso piccolo cane sempre all’erta, dai movimenti rapidi con l’espressione impertinente, raccolto e vigile come un terrier. Queste parole rappresentano l’essenza stessa della razza e sono di straordinaria importanza, vengono riportate anche dallo standard FCI in cui il Chihuahua viene descritto con le parole “vivace, vigoroso e vigile”.
L’aspetto generale
Il chihuahua è un soggetto di costruzione compatta, quasi inscritto nel quadrato. La lunghezza del corpo è leggermente superiore all’altezza al garrese, nelle femmine è permesso (permesso, non desiderato) un corpo leggermente più lungo. Il suo carattere è dinamico, vigile e vivace. È un cane molto coraggioso. Il cranio a forma di mela è una peculiarità della razza, la coda, che deve essere portata molto alta, è moderatamente lunga, portata ricurva o arrotondata a semicerchio con la punta diretta verso la regione lombare. Il corpo è corto con la linea superiore orizzontale e il garrese leggermente marcato, il dorso corto e solido, il rene molto muscoloso, la groppa larga quasi piatta o leggermente inclinata, il torace è largo e profondo con le costole ben cerchiate, la linea inferiore retratta verso la regione ventrale. Gli altri anteriori sono dritti, quelli posteriori muscolosi e paralleli.
La testa e il collo
Il collo è di media lunghezza con il profilo superiore arcuato, senza giogaia. In movimento la testa deve essere portata alta. Il collo e la testa insieme vengono denominati bilanciere, hanno l’importante funzione di conservare l’equilibrio nel movimento. Attualmente bisogna prestare attenzione a mantenere dei parametri di tipicità che non sono legati solo ed esclusivamente all’importanza del globo della testa, ma alle sue caratteristiche d’insieme. La linea labiale non deve essere cadente, di conseguenza le labbra appaiono asciutte e aderenti con un mento ben pronunciato. Gli occhi devono essere grandi ed espressivi senza essere sporgenti. Le orecchie sono dritte: larghe alla base si assottigliano gradualmente verso la punta che è leggermente arrotondata. A riposo, sono inclinate lateralmente, formando un angolo di 45°. Nota bene che la base dell’orecchio si inserisce all’altezza dell’angolo esterno dell’occhio. L’ipertipicità esagerata non è gradita, cosi come un aspetto insignificante: la moderazione e l’armonia sono da ricercarsi. La figura d’insieme rappresenta tipicità di razza.
Il movimento
Un buon movimento è la prova della giusta costruzione del cane: un chihuahua che sia strutturalmente ben costruito in accordo con lo standard si muoverà secondo lo standard. I passi sono lunghi, veloci ed elastici senza mostrare sforzo, con un buon allungo e, di conseguenza, con una buna spinta del posteriore; per ottenere questo risultato bisogna che abbia una giusta angolazione di spalla per accogliere la spinta propulsiva che nasce dall’apertura degli angoli del posteriore. Il posteriore risulta ben angolato con garretto corto e un evidente sviluppo del tendine d’Achille. Aumentando la velocità si dovrà notare che tutti gli arti convergono verso l’asse mediano determinando il classico movimento denominato Single track (Orma unica). Tutto l’insieme dà l’esaltazione del tipo. Nel nuovo standard sono state apportate alcune modifiche: La diffusione del colore merle selezionato negli ultimi anni negli States e approdato anche in Europa, solo per scopi innovativi e strettamente commerciali, ha generato scetticismo in molti allevatori. A ragione di questi ultimi il colore merle è stato totalmente bandito in tutte le sue tonalità e considerato un difetto da squalifica. Già in passato il C.C.C. (la società specializzata riconosciuta ENCI per la tutela delle razze del gruppo 9, maltesi e bolognesi esclusi), con l’intervento di esperti genetisti, si era occupato di questa discussa problematica. Un altro elemento da considerare è la presenza degli speroni non desiderabili sugli arti posteriori e anteriori (cosa che lascia perplessi, come la penalizzazione della fontanella).
Marzia Miodini e Paolo Tartaro
Fonte : www.enci.it
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