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IL VACCINO-I RICHIAMI-REAZIONI ALLERGICHE-CAGNE GRAVIDE

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Messaggio Da anna & beby Mar Mar 09, 2010 2:20 pm

Cos’è un vaccino, come è fatto e come funziona?


Un vaccino è una sostanza che, introdotta in un animale (o in una persona) stimola il suo sistema immunitario a produrre anticorpi verso un certo microrganismo, in modo da renderlo immune verso di esso. Questa immunità ha una durata variabile secondo il tipo di vaccino e di malattia contro cui deve agire, e può essere di pochi mesi o di parecchi anni. Passato un certo periodo di tempo l’organismo si "dimentica" di questa malattia, e smette di produrre gli anticorpi specifici. Per questo motivo si eseguono in seguito delle vaccinazioni "di richiamo", che servono a ricordare all’organismo di tenersi pronto a combattere la malattia. Inoculato il vaccino, l’organismo risulta difeso dalla malattia dopo un tempo variabile (da pochi giorni a diverse settimane, secondo il tipo di vaccinazione) necessario per preparare le difese immunitarie.

La vaccinazione è un fenomeno biologico complesso in cui sono in gioco tantissimi fattori; ad esempio, perché la vaccinazione sia efficace occorre che l’organismo che riceve il vaccino sia in condizioni di salute ottimali per rispondere in modo adeguato. Se invece è già presente un’altra malattia, più o meno manifesta, il sistema immunitario è già occupato e potrebbe essere incapace di rispondere in modo idoneo al nuovo stimolo. Per questo motivo prima di somministrare un vaccino è importante eseguire una visita completa, in modo da verificare che l’animale da vaccinare sia sano. Proprio in quanto complesso fenomeno biologico, la durata dell’immunità conferita dal vaccino è variabile da organismo ad organismo. Inoltre, in alcuni casi animali regolarmente vaccinati possono ammalarsi lo stesso, se il loro organismo non ha risposto in modo adeguato alla vaccinazione. Per questo è una buona norma non dimenticare i richiami e tenere sempre l’animale protetto.

Il vaccino viene prodotto a partire dai microrganismi responsabili della malattia contro cui si vuole ottenere l’immunità (per esempio batteri o virus) o con parti di esso (ad esempio, parti del rivestimento dei virus). Perché questi microrganismi, una volta inoculati, non causino essi stessi la malattia invece che prevenirla, esistono diversi sistemi. Un metodo, usato comunemente per i batteri e per certi virus, consiste nell’ucciderli (con il calore o con sostanze chimiche); ciò li rende ovviamente inoffensivi, in modo che l’organismo li riconosca come elementi estranei e produca anticorpi senza poter essere danneggiato dalla loro presenza. Un vaccino fatto con microrganismi uccisi viene detto "spento".

L’altro sistema, utilizzato per alcuni virus, consiste nel farli replicare molte volte in laboratorio in coltura (su cellule anziché su animali). Dopo un certo numero di replicazioni il virus, pur mantenendo la sua struttura, si "addomestica" e perde la capacità di causare danni all’ospite. Quando infine viene inoculato nell’animale con il vaccino, si replica nelle sue cellule ma non riesce a danneggiarle e quindi a causare la malattia. L’organismo ospite però ne riconosce la presenza e attiva contro di esso il sistema immunitario. Se l’organismo, ormai immune, viene in seguito a contatto con il vero virus, responsabile della malattia, riesce a combatterlo perché è già immune. Un vaccino di questo tipo viene detto "vivo attenuato".

Altri tipi di vaccino sono prodotti con microrganismi simili a quelli che causano la malattia, ma relativamente innocui; la loro struttura è analoga a quella dei microrganismi dannosi, per cui gli anticorpi prodotti contro di essi proteggono anche contro la malattia vera e propria (si parla in questo caso di immunità crociata).

Una tecnologia più moderna impiegata per fabbricare vaccini contro certe malattie virali consiste nell’impiegare solo parti del virus. Questi vaccini sono molto efficaci e del tutto innocui, perché in pratica non contengono l’agente infettivo ma solo sue parti.

Per una stessa malattia possono esistere diversi tipi di vaccino, ad esempio sia vaccini spenti che vivi attenuati.

I richiami

Per la maggior parte dei vaccini se si vuole stimolare un livello ottimale di protezione immunitaria si deve eseguire almeno un richiamo a distanza di 3-4 settimane (questo non è necessario per la rabbia e per le malattie virali del coniglio), prima dei periodici richiami a distanza di 6-12 mesi (secondo il tipo di vaccino).

Quando si iniziano le vaccinazioni nei cuccioli e nei gattini si devono eseguire più richiami, rispetto agli adulti, perché negli animali di poche settimane di vita sono presenti gli anticorpi trasmessi dalla madre, che potrebbero inattivare il virus vaccinale, bloccandolo prima che riesca a stimolare una risposta immunitaria attiva da parte del cucciolo.

Se si trova o si adotta un animale del quale non si conosce lo stato vaccinale è più prudente vaccinarlo, anche non sapendo se è già stato vaccinato in precedenza. Un vaccino in più è preferibile al rischio di contrarre una grave malattia infettiva. Poiché due successivi vaccini vanno somministrati ad almeno tre settimane di distanza per essere efficaci, è sufficiente attendere questo periodo di tempo per evitare interferenze vaccinali e annullare l’efficacia del vaccino.



Il vaccino può essere dannoso?


Nei cuccioli e nei gattini, soprattutto dopo la prima vaccinazione, si può verificare una febbre leggera e un malessere transitorio, della durata di uno o due giorni, che raramente richiedono trattamento. Questa reazione è la naturale conseguenza della stimolazione del sistema immunitario. È sufficiente lasciare tranquillo e al caldo il cucciolo o il gattino, senza cercare di stimolarlo a giocare. È eventualmente possibile somministrare un antinfiammatorio, per ridurre i sintomi. Reazioni di questo tipo sono molto più rare negli animali adulti. Reazioni analoghe sono possibili nel furetto, mentre sono praticamente inesistenti nel coniglio, se si usano i vaccini semestrali.

Reazioni più gravi sono possibili, ma molto rare. Un vaccino, come ogni farmaco, può causare una reazione allergica, che si manifesta di solito con gonfiore della faccia, comparsa di pomfi o, ancora più raramente, shock e collasso. Queste manifestazioni vengono controllate con la somministrazione di cortisonici, antistaminici e, nei casi più gravi, di adrenalina.

reazioni allergiche

Se un animale ha avuto una reazione allergica, viene valutata caso per caso l’eventualità di ripetere i richiami, utilizzare vaccini diversi o somministrare preventivamente dei farmaci antiallergici. Ogni reazione insolita notata nelle ore successive alla vaccinazione va sempre riferita al veterinario. Se un animale non ha mai avuto reazioni negative a precedenti vaccini è impossibile prevedere se potrà avere una reazione allergica, tuttavia i benefici della vaccinazione superano di gran lunga il rischio di reazioni avverse.





Cane


Le vaccinazioni di base nel cane comprendono quattro malattie:

gastroenterite virale (parvovirosi canina)

cimurro

epatite virale

leptospirosi

Ogni cucciolo va vaccinato a partire da 6-8 settimane di età, ricevendo almeno 3 vaccini a intervalli di 3-4 settimane. L’ultima dose deve essere somministrata a 14-16 settimane. Il richiamo successivo è dopo un anno, e quindi periodicamente per tutta la vita. Se si inizia a vaccinare un cane già adulto, si somministrano due vaccini a distanza di 3-4 settimane, proseguendo poi annualmente.

Nel caso della leptospirosi, poiché questo vaccino conferisce un’immunità di durata inferiore rispetto alle altre malattie, nei cani a rischio si effettuano richiami ogni sei mesi. Pertanto, una volta all’anno si fa un vaccino tetravalente e a distanza di sei mesi, sempre una volta all’anno, un vaccino contro la leptospirosi. Poiché la leptospirosi è trasmessa principalmente dai roditori, sono considerati a rischio i cani che possono avere contatti, anche indiretti, con topi e ratti.

Di solito si impiega un vaccino che contiene tutte le malattie (detto tetravalente), tranne nei cuccioli di meno di 8 settimane, in cui si impiegano vaccini senza leptospirosi.


Nel caso il cane venga portato all’estero, o alle mostre canine, è obbligatoria la vaccinazione contro la rabbia, che si può effettuare dopo i 3 mesi di età. I richiami successivi sono annuali. In caso di necessità, il vaccino contro la rabbia può essere somministrato contemporaneamente a quello tetravalente o a quello contro la leptospirosi. Dal punto di vista legale, per essere considerato valido il vaccino contro la rabbia deve essere stato somministrato almeno da un mese.


Le cagne gravide non devono essere vaccinate perché ciò può danneggiare i feti. È invece molto importante che la cagna sia vaccinata prima della gravidanza, perché possa trasmettere ai piccoli gli anticorpi che li proteggono passivamente nelle prime settimane di vita, le più critiche. Le malattie virali sono infatti particolarmente gravi nei cuccioli di poche settimane d età, in cui si osservano le percentuali di mortalità più elevate in caso di malattia.

fonte:http://www.avanzimorivet.it/vaccinazioni.htm
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